Caterina Civallero
Caterina Civallero, scrittrice, consulente alimentare e facilitatrice in psicogenealogia junghiana
«Confesso che da adolescente non mi fu subito chiaro che avevo per le mani una dote da allenare: ero ingenuamente convinta che tutti avessero passione per la scrittura e la lettura; fu un’amara delusione quando mi resi conto di essere una delle poche persone che preferiva stare a casa a leggere un libro piuttosto che uscire per andare a ballare in discoteca. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua ma cercai di sopravvivere a quella solitudine che mi spinse a leggere ancor di più.
LE MIE QUALITÀ
Sono una donna appassionata, curiosa, talvolta irriverente e dissacrante, ironica, ma anche dolce, romantica, capace di muovermi nel Rinascimento o nel futuro a seconda se alle prese con un romanzo o con un saggio. Parlando di me in prima persona, amo definirmi organizzata e disponibile all’ascolto, dote quest’ultima che ho ereditato non so bene da chi, tenendo conto che sono cresciuta in una famiglia rumorosa che aveva tanto da esprimere e poco tempo per prestare attenzione ai capricci. Spesso mi si chiede come io riesca a saper ascoltare con tanta attenzione e pazienza, e allora io rispondo: «basta tenere la bocca chiusa mentre l’altro parla, senza mai smettere di guardarlo negli occhi».
LA MIA VITA PRIVATA
Nel mio quotidiano mi comporto in maniera piuttosto pratica: amo la semplicità, l’essenziale, le tradizioni e la storia dei popoli. Potrei vivere su un’isola deserta o nella metropoli più trafficata senza rinunciare al piacere di coltivare le mie amate piante. Sono figlia d’arte e questo trampolino mi ha spianato la strada per arrivare a svolgere la mia professione: Consulente alimentare e Facilitatrice di Psicogenealogia junghiana. Ho senso dell’umorismo e sono ironica, amo la natura e chiamo i fiori con il loro nome: conosco un numero incalcolabile di specie botaniche e le loro peculiarità. Trovo sia essenziale conoscere i dettagli di ciò che ci circonda, sono una grande osservatrice e ho sviluppato un certo sesto senso che mi consente di anticipare lo sviluppo degli eventi. Questa caratteristica mi aiuta molto nella messa a fuoco dei personaggi dei miei racconti e nella gestione delle sessioni psicogenealogiche.
COME NASCE LA MIA PASSIONE PER LA SCRITTURA
Sono diventata scrittrice quasi per caso, oserei dire. La mia formazione è di carattere scientifico e mi ha portata a pubblicare, inizialmente, saggi scritti a quattro e sei mani su La Sindrome del gemello.
Amo scrivere da sempre; da bambina ho iniziato a parlare tardi ma ho sempre avuto ben chiaro che scrivere è fra tutte le forme di espressione la mia preferita: lasciare un segno è determinante e ti obbliga a essere coerente con te stesso. Se volevo che i miei genitori capissero le mie esigenze, dovevo scrivere. A parole otteniamo molto meno di ciò a cui aspiriamo. Senza rendermene conto, nel tempo, divenne una pratica quasi quotidiana che mi portò a stilare testi complessi quando ancora ero adolescente.
Ancora oggi quando scrivo ho accesso a una parte di me che nel parlare resta celata. Mentre lascio libero sfogo alla mia fantasia sono in grado di scrivere per ore senza accorgermene e la mole di parole e contenuti che posso esprimere è senza limite. Amo sperimentare e sono certa che in futuro utilizzerò espedienti letterari innovativi, senza perdere di vista le origini che hanno permesso alla nostra lingua di diventare fra le più apprezzate in campo letterario.
FRA LE PAGINE HO SCOPERTO IL PESO DELLA SALUTE
Mi occupo di benessere da circa quarant’anni.
Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui ci sia adoperava molto per evolvere. I miei genitori, per crescere mia sorella Barbara e me senza farci mancare nulla, lavoravano e studiavano senza risparmiarsi. L’imperativo aereo era: studiate e prendete il diploma! Quanto deve essere pesato a loro non averlo potuto ottenere!
Criticai per anni il loro modo di gestire il poco tempo che avevano da dedicarci ma ammetto, e apprezzo, che sono stati i genitori perfetti per il mio carattere solitario e sognatore: a loro devo l’immaginazione, la passione, e la forza di realizzare i miei progetti senza stancarmi mai. Provvidenzialmente, trovai nella piccola libreria di casa testi di psicocibernetica, erboristeria, floricoltura, anatomia, agopuntura, e biologia; era il 1975. Furono le immagini a entusiasmarmi: avevo solo otto anni ma sentii un click dentro di me e la passione per la ricerca scattò all’istante.
Iniziai a sfogliare i libri rapita dalle informazioni che avrei potuto imparare: prendevo appunti, piegavo orecchie alle pagine, sottolineavo, e praticamente non smisi mai di leggere e di scrivere. Ancora oggi il lavoro di ricerca occupa gran parte della mia giornata. L’alimentazione fu il tema che rapì i miei pensieri più degli altri e quando conobbi la chimica fu amore a prima vista!
Così, negli anni, rubando tempo alla famiglia come avevano fatto i miei genitori, attraverso il percorso olistico, ho integrato le mie conoscenze con le acquisizioni maturate nel campo dell’estetica, dell’alimentazione, e della scrittura a scopo auto-curativo, con le più importanti terapie non convenzionali, al fine di creare metodi divulgativi semplici e diretti. Ho presentato i miei progetti anche alla CNA di Torino e ho tenuto i miei corsi di formazione, individuali e collettivi, in Italia, Brasile ed Egitto.
I MIEI LIBRI
Con Maria Luisa Rossi ho pubblicato IL MIO GEMELLO MAI NATO: Il Gemello che resta e il viaggio alchemico del Mononato; MODALITÀ GEMELLARE; DOPPI PER ESSERE UNICI; e LA PORTA D’ORO, che vede anche il contributo di Davide Baroni.
Sempre nella saggistica: REALIZZO IL MIO SOGNO – Creo Scrivo Pubblico e LO SVILUPPO QUANTICO DELLE PAROLE, scritti con Alessandro Zecchinato; UN SORSO E UN MORSO; CLESSIDRE SENZA SABBIA- Come sopravvivere all’anoressia.
Nella sezione narrativa: AMAPOLA E LA FINESTRA MAGICA – Favola per grandi che vogliono crescere; MADAGASCAR – Un viaggio per liberare due cuori; FIGLI DELLA TERRA – Il canto di Nosy Be; CERTE COSE CAPITANO SOLO A TE; QUANDO PIOVE SUI FIORI.
Ho curato l’editing e la pubblicazione di DONNE E UN FILO DI SETA – Dal Social al libro, di Rosanna Fabbricatore e AA.VV.; ho partecipato al libro ARCHETIPO AFRICA – Il culto degli Antenati nella Psicogenealogia, di Alessandro Zecchinato, e di LE 13 NOTTI – L’antico Rito del periodo più Sacro dell’anno, di Thomas Yorman Vitulano.
Nel campo del sociale mi sono occupata dell’editing di due importanti testi a diffusione gratuita: FEMMINICIDIO E NARCISISMO PATOLOGICO – Quale correlazione e come prevenire relazioni pericolose e INTERNET HATER E TROLLS – Chi sono, perché odiano online, come difendersi, scritti entrambi dal dottor Andrea Giostra e AA.VV.; anche i libri appena citati hanno avuto origine da storie vere, vissute in prima persona o raccontate da chi ne è rimasto coinvolto.
DA DOVE NASCE L’ISPIRAZIONE
L’ispirazione che mi porta a scrivere nasce sempre dal quotidiano, che spesso sa essere più incredibile della fantasia più sfrenata. Il confine sottile fra realtà e fantasia può, in certe condizioni, assottigliarsi fino a divenire impercettibile: dovrei aprire un dibattito sul concetto di realtà ma temo si farebbe notte.
In una intervista che mi fu rivolta tempo fa venni invitata a esprimere il mio parere su un’affermazione del grande Bukowski: «Nei tempi andati la vita degli scrittori era più interessante di quello che scrivevano. Al giorno d’oggi né le loro vite né quello che scrivono è interessante». Il mio parere? certo che no! ma come potrei dargli torto alla luce di certi fatti culturali. La sua affermazione però è priva di contesto e scollare una definizione dal suo contenitore è come gustare una fragola senza i suoi piccoli semi. Se dovessi basarmi sulla mia esperienza, direi che se dovessi scrivere della mia vita non me ne basterebbero tre.
LEGGERE CREA UNA RELAZIONE FRA SCRITTORE E LETTORE: I MIEI MODELLI
Gianni Rodari con C’ERA DUE VOLTE IL BARONE LAMBERTO è stato il primo autore, letto d’un fiato senza interruzioni; ho amato molto Italo Calvino, Giovanni Pascoli, Carlo Cassola, Grazia Deledda, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Chiara Gamberale. Come non citare Jane Austen, Percy Shelley, George Gordon Byron, Oscar Wilde, David Herbert Lawrence, George Orwell, William Shakespeare, Virginia Woolf… poi mi sono spostata più a est e ho incontrato Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj, Anton Čechov, Banana Yoshimoto, Haruki Murakami, Durian Sukegawa. Fra gli autori francesi amo i due Alexandre Dumas, De Sade, Victor Hugo, Gustave Flaubert, Honoré de Balzac, George Sand, Muriel Barbery, Daniel Pennac. Non potrei scordare Omero, Giulio Verne, Emilio Salgari, Graham Hancock, Herman Melville, Gabriel García Márquez, Isabel Allende, Marcela Serrano, Carlos Ruiz Zafón, Mauro Biglino, Davide Baroni. Potrei fare una lista da qui al fondo dello spazio che mi è consentito, con il rischio di dimenticare involontariamente qualcuno.
I MIEI FILM PREFERITI
LE RICETTE DELLA SIGNORA TOKU della regista e sceneggiatrice Naomi Kawase, tratto dal romanzo omonimo scritto da Durian Sukegava: ti stordirà di emozioni. È un film molto particolare che utilizza le “quattro fasi”, una tecnica di scrittura che insegno nei miei corsi di scrittura consapevole. Sicuramente nel cocktail cinematografico non può mancare il pluripremiato LEZIONI DI PIANO scritto e diretto da Jane Campion, con la splendida colonna sonora di Micheal Nyman. Un film come questo resiste nel tempo; pensa: ha ispirato un gran numero di persone che hanno portato la storia della protagonista Ada come argomento della Tesi di Laurea in Psicologia. Favoloso!
Ultimo, ma solo per caso, UN’OTTIMA ANNATA di Ridley Scott, la cui sceneggiatura non originale è tratta dal romanzo omonimo di Peter Mayle. Il film narra la trasformazione, e poi l’evoluzione, del carattere di un giovane che cresce senza genitori sotto la tutela di uno zio apparentemente vizioso e goliardico. Gli eccessi e le virtù respirate durante l’infanzia, unite alla cicatrice emotiva di sentirsi orfano, sapranno renderlo spietato e cinico. Il tempo, come per un ottimo vino, farà il resto: imperdibile!
Una menzione speciale è rivolta alla serie TV turca ANOTHER SELF, di cui puoi trovare alcuni articoli qui sul sito. Nelle 16 puntate delle due stagioni viene trattato il tema delle Costellazioni familiari. Attraverso un’accurata ricerca ho spiegato le motivazioni che hanno spinto Nuran Evret Sit, la sceneggiatrice, ad affrontare questo argomento. Da circa diciassette anni mi occupo della ricostruzione psicogenealogica del mio albero familiare e questa ricerca mi ha spinta a conseguire una formazione professionale in questo campo.
LA PSICOGENEALOGIA NELLA MIA VITA
Quando ero bambina amavo sfogliare le fotografie di famiglia. I miei genitori le tenevano nel mobiletto del televisore. Qualcosa mi spinse a sottrarne qualcuna e iniziai in gran segreto a creare un mio personale album dei ricordi in cui commentavo e datavo le immagini con note aggiunte a mano.
Anni dopo compresi l’importanza di quelle appropriazioni: durante la separazione dei miei genitori molte fotografie andarono perse e chiedere loro di poter rivedere ciò che era sfuggito a gesti di rancore e ai traslochi era impensabile.
Quando si soffre per un abbandono, sfogliare le fotografie per molte persone resta un tabù: mio padre smise di guardarle e mia madre ritagliò con la forbice quelle in cui era ritratta con suo marito.
Così, la sera nella mia camera, ammiravo il mio album segreto e andavo fiera di quel trailer che avevo avuto l’ardire di realizzare, poiché manteneva vivi momenti di cui non avrei mai più potuto parlare liberamente: mi faceva sentire parte di una famiglia solida.
Inconsapevolmente, questi furono i miei primi passi nel territorio della psicogenealogia.
QUANDO RIVOLGERSI ALLA PSICOGENEALOGIA
Comprendere le ragioni che ci spingono ad agire in un modo piuttosto che in altro, scoprire la matrice genealogica che ci indica la via da perseguire nella vita, è un atto doveroso che tutti dovrebbero prendere in considerazione prima o poi. Arriva a un certo punto della nostra esistenza il momento in cui affiorano domande, crescono nuove necessità. Quando ci si rende davvero conto che fino a un dato punto abbiamo vissuto uno schema a cui abbiamo dovuto assoggettarci, più o meno consapevolmente, ecco che siamo pronti alla vera domanda di tutta la nostra esistenza: chi sono e chi voglio essere? Quando si giunge a questo appuntamento del destino, il percorso psicogenealogico diventa lo strumento ideale per trovare la soluzione: è stato così anche per me e accade ogni volta che mi occupo dell’albero genealogico di qualcuno.
Ogni volta che incontro una persona e iniziamo la costruzione del suo tema genealogico pongo un quesito molto semplice: cosa desideri avere, o ottenere, che adesso non hai ancora? La risposta emerge solitamente dopo lunghi discorsi sulla felicità e la serenità, e osservo una diffusa tendenza ad arrampicarsi sui vetri per formularla con semplicità. In effetti, uno dei problemi più grandi, quando si parla del proprio benessere, è essere diretti, chiari, sintetici: che ci sia il timore di esprimere i propri desideri alla base di tutto ciò? Può essere. Credo che in fin dei conti siamo abituati a una certa riconoscenza e riverenza nei confronti dei compiti che la vita ci ha assegnato, anche verso quelli più annosi. Avere il coraggio di esprimere cosa si desidera sembra un lusso che va conquistato. In questo dovremmo tornare bambini, o ispirarci a loro, che conoscono perfettamente i propri bisogni e li esprimono senza timori.
LO STRAORINARIO POTERE DELLE NOSTRE RADICI
Uno dei problemi più grandi di un essere umano è la solitudine: ci si può sentire soli anche in una famiglia numerosa, quando manca la consapevolezza di far parte di un gruppo. La potenza del gruppo familiare, anche in famiglie disagiate o disintegrate, è una forza che deve essere riconosciuta e adoperata per la strutturazione della propria persona. Anche quando non ne siamo orgogliosi, dobbiamo considerare che il ceppo genetico da cui originiamo esercita il suo imprinting sulla nostra vita. In situazioni conflittuali, quando si desidera tagliare i ponti con la famiglia, o una parte di essa, occorre prendere il giusto tempo per valutare i pro e i contro di ogni nostra scelta. Gettarsi il passato alle spalle non basta per cambiare vita. Puoi scegliere di abbandonare, o restituire, ciò che è tuo di diritto, solo se prima lo hai acquisito veramente. Il più grande ostacolo alla propria serenità è rappresentato dal tentativo di far terra bruciata intorno a noi per proteggerci dalle persone che riteniamo dannose. Quando i soggetti coinvolti nella nostra infelicità fanno parte della nostra famiglia, o del nostro sistema familiare, dobbiamo renderci conto che gettando sale sul loro terreno faremo morire anche le nostre radici, poiché esse, sotto la superficie degli eventi, sono collegate.
Il regista James Cameron, nel film AVATAR del 2009, ci ha mostrato il legame sottile che esiste fra le creature di uno stesso sistema. Siamo in grado di comunicare a distanza anche senza proferire parola. Pare abbia più peso un pensiero di un verbo, anche se con certe parole si ferisce più che con la spada.
LA MELA NON CADE MAI LONTANO DALL’ALBERO
Falso! La psicogenealogia mi ha insegnato che alcuni proverbi sono in errore. Come è ovvio immaginare, è molto probabile che il figlio di Arsenio Lupin possa essere dotato di un talento innato al furto ma in realtà le probabilità che possa farsi strada nella vita come ladro possono essere stimate al 50%. Le regole della vita ci insegnano infatti che l’essere umano agisce per imitazione o per compensazione. Per competenza acquisita attraverso l’educazione, di fatto, la prole di un ladro può generare a sua volta una discendenza piuttosto specializzata nel campo della truffa e dell’effrazione; ma, se analizziamo la possibilità che si possa agire per compensare l’insegnamento del genitore ritenuto in errore, ecco comparire la possibilità di essere il ladro più famoso della storia con un figlio magistrato!
Quando si parla della mela che cade vicino all’albero occorre inoltre prestare attenzione a dove sorge l’albero in questione. Immagina una pianta di deliziose renette che ha radicato sul limitare di una riva. I frutti che cadranno dal lato del burrone avranno infinite possibilità di rotolare parecchio lontano dal luogo in cui sono cresciute. C’è addirittura la possibilità che scendendo a valle – se resisteranno all’urto – potrebbero prendere la via di un ruscello e giungere a chilometri di distanza arrivando in territori dove probabilmente le mele sono frutti rari. Accade qualcosa del genere ai figli di genitori “disturbati” o “complessi”, che manifestando tutta la resilienza possibile potranno impostare una vita armoniosa nonostante le origini tumultuose. Molte persone di successo hanno alle spalle famiglie “impossibili” e trovo che anche per questa ragione la vita sia meravigliosa: offre sempre una possibilità di rivincita, a patto che ci si ricordi di onorare, comunque, le proprie origini. Una mela resterà sempre una mela!
FAR PACE CON IL PASSATO PER IMPOSTARE UN NUOVO FUTURO E GODERE DEL PRESENTE
Solo quando siamo pronti a fare ordine nella nostra vita essa sarà in grado di dialogare con noi pacificamente. È necessario comprendere che esistono regole psicogenealogiche capaci di condizionare la nostra serenità. Conoscerle è doveroso per chiunque desideri impostare un ambiente familiare, sociale, di coppia e lavorativo, equilibrato e proattivo. Chi è causa dei suoi mali pianga sé stesso, recita un antico adagio: vero! Siamo parte attiva del nostro destino anche quando ci percepiamo come vittime dello stesso. È determinante comprendere il gioco di ruolo che coinvolge le persone di uno stesso campo energetico. La differenza fra ruolo o archetipo in questo contesto si annulla e si amalgama. Riesci a comprendere l’importanza di saper stare nel proprio spazio di competenza abbandonando la malsana tendenza a voler essere un jolly tuttofare? Immaginati come una pedina su una scacchiera. Se ti è stato affidato il ruolo di Re o Regina dovrai attendere che il gioco abbia inizio e si sviluppi prima che tu possa muoverti sopra le caselle vuote. Un regno sano protegge il suo regnante al di là di spesse mura proprio per garantire la sopravvivenza di tutti, e un reame ben governato diventa invincibile. Chi è alfiere o cavallo deve muoversi secondo le regole del gioco: anche nel caso del nostro albero genealogico occorre prestare molta attenzione al ruolo che rivestiamo: un Re o una Regina non possono assolutamente comportarsi come un pedone, ne andrebbe del gioco stesso! Vale la medesima questione anche in una famiglia. Comportarsi da figli quando si è genitori è fuori luogo, così come lo è genitorializzare un minore o spingere un membro della famiglia a farsi carico dei compiti di chi non ha la coerenza di eseguirli. Esistono strutture determinate che si sono costituite a partire dalla notte dei tempi e che ci insegnano la posizione giusta da tenere per rispettare sé stessi e il clan di cui si fa parte. Il costellatore psicogenealogico junghiano ha il compito di riportate ordine ed equilibrio dove esso si è perso.
I BENEFICI DEL PERCORSO PSICOGENEALOGICO
Riprendere in mano le redini della propria vita, o averne pieno possesso per la prima volta, è una sensazione impagabile. Camminare a testa alta, essere orgogliosi di sé stessi, risolvere i contenziosi emotivi anche con le persone del nostro vissuto che sono già passate a miglior vita, riallacciare i fili di relazioni spezzate, anche solo metaforicamente, lascia in noi un segno positivo. Vivere con un plus posto di fronte a ogni nostra azione ci rende fieri e completi.
Certamente la vita continuerà a proporre nuove insidie che sono pronte a ogni angolo, sembra quasi per metterci alla prova, ma affrontare l’ignoto con le spalle coperte ha tutto un altro peso.
CATERINA CIVALLERO saggista e scrittrice
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